La vita e la medicina 100 anni fa, le differenze con oggi: Heidi e la sua storia.

“Ma Heidi è un libro?!?”
Anche Peter è stupito che Heidi, nonostante il suo ruolo di spicco tra i personaggi secondari, sia un romanzo!
Anche Peter è stupito che Heidi, nonostante il suo ruolo di spicco tra i personaggi secondari, sia un romanzo!

Ho appena avuto un trauma. Non prendetemi in giro, ma ho appena scoperto che Heidi in realtà è un racconto per bambini scritto da Johanna Spyri alla fine del diciannovesimo secolo. Ma ho scoperto molto, molto di più, perché se è stato un trauma apprendere che non è nato come un anime, ho avuto così modo di approfondire la storia di questo libro così come la sua trama, e me lo sono pure letto. Perché non è un semplice racconto per bambini. Johanna Spyri in un apparentemente semplice racconto è riuscita a dipingere uno spaccato storico della Svizzera e della Germania della Belle Époque molto più lucido e disincantato di quanto si possa immaginare: uno spaccato di arretratezza e povertà diffusa nelle montagne (ma non solo), analfabetismo, lavoro minorile, con una città frenetica dai limitati rapporti umani, dove morte e malattie dominano le vite in ogni luogo. Ora, non farò una digressione storica e culturale, ma voglio concentrarmi su alcuni aspetti che dovrebbero far riflettere molto chi schifa gli agi e le tecnologie, mediche e non, moderne, preferendo combatterle alacremente oppure ricusarle in favore di metodologie “alternative”.

Non fai in tempo ad iniziare che apprendi come la piccola protagonista di cinque anni sia un’orfana dall’età di circa un anno, il padre morto in un incidente sul lavoro, mentre la madre lo ha seguito poco dopo, non ha retto al dispiacere, per così dire. Non ci sono molti dettagli sulla morte del padre di Heidi, a parte il fatto che fosse un carpentiere e gli sia caduta una trave addosso. Quel che è certo, è che ai tempi persino il semplice concetto d’igiene, sia personale (il nonno insegna alla piccola a lavarsi accuratamente tutti i giorni, probabilmente questo insistere dell’autrice è una spinta pedagogica verso questa direzione) che negli stessi ospedali, doveva ancora diventare largamente accettato. La chirurgia cardiovascolare era ancora lontana dal diffondersi, le trasfusioni pericolose, così come non erano presenti antibiotici e molti altri supporti che oggi sarebbero considerati imprescindibili persino da chi chirurgo non è. Non penso che nemmeno esistesse già un vero concetto di rianimazione. Non parliamo poi del fattore tempo, ospedali “attrezzati” erano lontani kilometri e presenti solo nei centri principali e ricchi in un’epoca dove il petrolio era ancora perlopiù un puzzolente e molto infiammabile problema (il primo pozzo petrolifero fu scavato pochi decenni prima). La madre verosimilmente sarà morta per infarto*, niente adrenalina (la cui reale utilità alcuni contestano ma è prassi consolidata iniettarla) né defibrillatore ed ambulanza attrezzata reperibile in pochi minuti, nè addestramento di buona fetta di popolazione alle manovre di rianimazione d’emergenza. Certo, una grossa trave anche oggi costituisce un grave pericolo, ma hai probabilità infinitamente più alte di vedere di nuovo la luce del sole il mattino dopo. Un infarto del miocardio all’epoca era di fatto una condanna, e nonostante tutto aveva il vantaggio di essere una condanna molto più veloce di altre.
I parenti prossimi di Heidi sono soltanto una zia ed il nonno dell’alpe. Esclusa una bassa natalità ai tempi, non resta che una mortalità molto alta a giustificare un gruppo familiare così piccolo. Notare che il Vecchio dell’alpe è così conscio e preoccupato del problema che, alla richiesta del signor Seseman (il ricchissimo padre di Clara) di come poteva sdebitarsi per gli incredibili miglioramenti nella salute di sua figlia, gli chiede semplicemente, alla sua morte, di assicurargli che la sua nipotina “non debba cercare il pane nelle case degli altri”.
La nonna di Peter, cieca. Molto probabilmente cataratta, oggi la si risolve facilmente con un’operazione chirurgica di routine per occhio. Madre di Clara, morta. Clara stessa, che poi è il vero motivo per cui ho scritto questo papiro: poliomielite. La dolcissima Clara non è più in grado di camminare a causa della poliomielite. È già una miracolata ad essere sopravvissuta. Fosse nata dopo gli anni ’60, molto probabilmente non sarebbe mai diventata un personaggio del tutto, grazie alle vaccinazioni di massa.
Andiamo avanti? Moglie e figlia del dottor Classen, il medico curante di Clara, morte entrambe durante la narrazione, motivo ignoto. Heidi. Sì, Heidi stessa sembra avere qualche problemino, infatti a casa Seseman soffre di sonnambulismo, ma soprattutto depressione.
Da sinistra, il Vecchio dell'alpe, Clara, Peter ed Heidi. L'unico che non sembra dover necessitare di cure mediche nell'immediato è Peter.
Da sinistra, il Vecchio dell’alpe, Clara, Peter ed Heidi come rappresenteti nell’anime*. L’unico che non sembra dover necessitare di cure mediche nell’immediato è Peter.

Una buona metà dei personaggi citati nel racconto è morta, muore oppure soffre di una malattia oggi evitabile o trattabile. Si può dire che un racconto scritto nel 1880 fosse finanziato da Big Pharma? A momenti non esistevano nemmeno le case farmaceutiche, o comunque erano ai primordi come la chimica organica, già sapevano delle vaccinazioni che sarebbero state introdotte quasi un secolo dopo? L’unica disponibile all’epoca, e nemmeno fatta sistematicamente, era quella contro il virus del vaiolo. Per fortuna, essendo stata scoperta per prima e molto prima delle altre, ha fatto in tempo a diventare diffusa globalmente e a eradicare il vaiolo dalla faccia della terra prima che gli antivaccinisti iniziassero la loro dannosa opera di disinformazione.

Vi prego davvero, non volete credere ai miei post spesso di fuoco contro ciarlatani e fuffari ad alto contenuto di noiosa e complicata scienza, allora leggetevi la letteratura per bambini (e non) dell’epoche passate per vedere le differenze con oggi e fate lo sforzo di trarne delle conclusioni logiche! [Innominato]
*Il romanzo differisce in diversi particolari rispetto all’anime, visto che in diversi hanno segnalato delle presunte inesattezze. La madre di Heidi, per esempio, muore di crepacuore nel romanzo (tra l’altro, se è orfana dall’età di un anno e il padre era già morto, come poteva morire di parto?!?) mentre nell’anime mi dicono sia morta di parto. Non c’è nemmeno Nebbia proprio nel romanzo, per dirne un’altra, Heidi è riccioluta, Clara è bionda, i riferimenti alla religiosità sono ovunque e le caprette NON fanno ciao.

7 risposte a "La vita e la medicina 100 anni fa, le differenze con oggi: Heidi e la sua storia."

  1. Bell’articolo! Se ti può interessare c’è una serie televisiva, “The Knick”, che riguarda un ospedale del ‘900. E’ davvero particolare (e crudo, oserei dire), mostra le condizioni igieniche dell’epoca, come veniva fatta la ricerca e tanto altro. Se solo la gente si rendesse conto della fortuna che ha di essere nata anche solo di qualche decina di anni dopo rispetto ai propri genitori/nonni…

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  2. Pingback: Heidi | Buseca ن!

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