L’omeopatia FUNZIONA! Anzi, no.

“Basta un poco di zucchero e la pillola va giù! Tutto brillerà di più!”

Questa brillante falsa notizia made in Lercio mi ha riportato alla mente alcuni episodi che dovrebbero fare molto riflettere sul mondo dell’omeopatia e del naturale ad ogni costo. Senza contare questo recentissimo fatto di cronaca, in cui una coppia di genitori fanatici anti-medicina pro-omeopatia ha condannato a una meningite letale la propria figlia di appena due anni.

Ecco qui l'infausto flacone. Se dovesse capitarvi di avere un cane iperattivo o ansioso e questo flacone come unico rimedio, non datelo da bere al cane, BEVETEVELO VOI. Con il 13% di alcool, non solo avrete un effetto, ma sarà piacevole e su di voi, risparmiando al cane un intossicazione. Se non è amore verso gli animali questo...
Ecco qui l’infausto flacone. Se dovesse capitarvi di avere un cane iperattivo o ansioso e questo flacone come unico rimedio, non datelo da bere al cane, BEVETEVELO VOI. Con il 13% di alcool, non solo avrete un effetto, ma sarà piacevole e su di voi, risparmiando al cane un’intossicazione. Se non è amore verso gli animali questo…

Nel primo caso, abbiamo un “rimedio” omeopatico per cani ansiosi, quindi un calmante. Stranamente molto efficace (qui alcuni commenti entusiasti). Un consumatore di questo prodotto, un giorno, fece una cosa incredibile, mai fatta prima, una novità mondiale: lesse l’etichetta. Sotto la voce “componenti inerti” (eccipienti se preferite), la terribile scoperta: il 13% del “rimedio” era costituito da… alcool! Sì, proprio il cosiddetto “lubrificante sociale”. In pratica aveva la gradazione alcolica di un vino, e di uno piuttosto corposo tra l’altro. Giocoforza era efficace, sbronzava gli animali! Al di là del fatto che l’alcool non dovrebbe poter essere considerato “inerte” visto che è una sostanza psicotropa, è pure molto tossico nei confronti dei cani (e gatti) al pari del caffè, della cioccolata, dell’uva e dello xilitolo. Ne conseguì una petizione, a questo giro sacrosanta, sul di solito poco utile Change.org che portò al volontario ritiro dal commercio del prodotto, prima che seguissero ulteriori azioni e danni all’immagine. Il riferimento lo potete trovare QUI in inglese. L’azienda si è comunque difesa dicendo che per preparazioni a base vegetale l’alcool è un solvente molto utilizzato (cosa anche vera, volendo) ed utilizzando il prodotto come indicato era sostanzialmente innocuo (riferimento QUI).

Il secondo episodio riguarda un’azienda americana, ovviamente specializzata nella produzione di “rimedi” omeopatici, che ha dovuto ritirare dal commercio 6 dei suoi rimedi per una potenziale contaminazione da… antibiotici! Fa ridere la cosa se si considera che uno dei punti forti della strategia di marketing aziendale era proprio la loro assenza! Voce rimossa dal loro sito internet immediatamente dopo la scoperta, casualmente… Nello specifico, la FDA scoprì che alcuni processi produttivi utilizzati potevano far sviluppare lieviti in grado di produrre la famosissima penicillina. In sostanza quei rimedi erano degli antibiotici a tutti gli effetti.

Ogni qualvolta che avrete l'intenzione di prendere un popolare rimedio omeopatico contro l'influenza, pensate a lei, povera oca (non più) giuliva, con particolare attenzione al suo cuore e fegato.
Ogni volta che avrete l’intenzione di prendere un popolare rimedio omeopatico contro l’influenza, pensate a lei, povera oca (non più) giuliva.

Infine, un gruppo di (ex) clienti ha intentato negli USA una class action contro una famosissima multinazionale dell’omeopatico, la quale ha dovuto rimborsare chiunque fosse in grado di dimostrare di aver comprato dei loro prodotti, con particolare attenzione verso un popolare rimedio contro l’influenza a base di parti di viscere di una povera oca  (il pennuto intendo, ndr), ahimé non più giuliva. Ha accettato di stanziare, alla fine e tra le altre cose, 5 milioni di Dollari, contro i 12 richiesti, per sedare la querelle legale. Qui il testo del patteggiamento. Il motivo? Pubblicità ingannevole e frode. Infatti l’acquirente aveva l’impressione di comprare un prodotto effettivamente efficace contro l’influenza quando in realtà comprava qualcosa che “poteva dar la sensazione di stare meglio”. Due concetti molto diversi. Tale azienda ha dovuto rivedere le confezioni e le strategie di marketing, oltre a risarcire i clienti. Leggete il post e guardate il video, se sapete l’inglese, di questa ragazza che ha provato prima a prendere il metodo e dopo a contattare il servizio clienti del produttore del “rimedio”. Non mi metto nemmeno a fare polemica sul contenuto delle compresse… E dopo le stesse persone protestano contro il foie gras, perdincibacco!

Perché sono successe queste cose? Il motivo è molto semplice: di fatto i “rimedi” omeopatici non contengono nulla. Il legislatore è ben conscio di questo fatto, così, semplicemente, non ha praticamente normato tali rimedi, perché tanto sono (teoricamente) innocui. Esattamente il contrario dei farmaci veri, che sono fortemente normati e richiedono lunghi e rigorosi cicli di test tramite simulazione al computer, colture cellulari, animali, uomini ed infine vigilanza post immissione sul mercato. I “rimedi” omeopatici diventano davvero pericolosi solo in casi tipo i primi due citati, oppure qualora vengano utilizzati in sostituzione dei farmaci veri per patologie serie o in pazienti compromessi.

“Basta un poco di zucchero e la pillola va giù! Tutto brillerà di più!” Mary Poppins sull’omeopatia, senza saperlo.

Perché, diciamocelo, un’influenza in un soggetto giovane e sano passa in pochi giorni anche senza aspirina (che, tra l’altro, oggi è di sintesi, ma un tempo era semisintetica e ottenuta dalla corteccia del salice bianco), con la differenza che con l’aspirina stai oggettivamente un po’ meglio, mentre con il rimedio omeopatico potresti avere la sensazione di stare un po’ meno peggio. Di solito però i consumatori di “preparati” omeopatici dicono trionfali “ah, ho preso l’xxxxxxxxxxxxxxx e mi è passata in pochi giorni!” Maddai?!? Neanche fosse lebbola! Altro caso in cui potrebbero tornare utili è per chi intende suicidarsi tramite l’assunzione di pillole oppure per chi è ipocondriaco e vuole a tutti i costi assumere qualcosa, ma qui sta al medico, non al paziente. Casi così limitati che i miei bardi colleghi e io stesso continueremo a scrivere pezzi divulgativi per spiegare perché l’omeopatia non può, non ha mai potuto e non potrà mai funzionare. Nel caso qualcuno voglia anche solo dire “eh però ci sono degli studi (???) scientifici (?!?) che…” lo inchiodo qui e subito con la stessa frase pronunciata dallo National Health and Medical Research Council australiano, riportata nel loro studio definitivo sulla questione NHMRC INFORMATION PAPER Evidence on the effectiveness of homeopathy for treating health conditions: “[…] non c’è alcuna condizione di salute per cui siano state trovate delle affidabili prove di efficacia dell’omeopatia“. (cfr pag 6 parafrago “Conclusion”). Questo studio è soltanto l’ultimo punto fermo di una manfina che va avanti ormai da fin troppo tempo, spesso in maniera non disinteressata da parte degli omeopati (tipico l’articolo con link al proprio store). Come approfondimenti sull’omeopatia, vi consiglio la lettura di questi tre nostri articoli, Un po’ di storia: l’omeopatia; L’ABC dell’omeopatia e L’ignoranza uccide. [Innominato]


4 risposte a "L’omeopatia FUNZIONA! Anzi, no."

  1. Beh se tieni conto delle diluizioni omeopatiche per produrre l’oscillococcum (se si scrive così) probabilmente in tutti gli anni di produzione del preparato avranno usato mezzo cuore d’oca! 😉

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    1. Non escluderei che l’oca se la siano mangiati alla cena di natale i dirigenti e le sue viscere messe nel registro da un impiegato compiacente per questioni d’immagine… [Innominato]

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